“There are some who can live without wild things and some who cannot.”
Con questa bellissima frase di Aldo Leopold, ecologo statunitense e fondatore della prima Area Wilderness mondiale, l'amico e fotografo Andrea Salvà inizia il dettagliato racconto fotografico della
recente traversata del Gennargentu e del Supramonte in Sardegna.
Qui potete ripercorrere le diverse tappe di questo affascinante percorso
Foto: Andrea Salvà
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Ora si aprivano nuovi sentieri neri ancora da inventare, fuori dalla mappa. Fughe, ripiegamenti, passi di lato, lunghe assenze punteggiate di silenzi e nutrite di visioni. Una strategia della ritrattazione.
Ogni lunga marcia sembra salvifica. Ci si mette in cammino, si va avanti cercando delle prospettive tra i rovi, si evita un villaggio. Si trova un riparo per la notte: i sogni risarciscono della tristezza del giorno. Si sceglie di vivere nel bosco, ci si addormenta cullati dal verso delle civette; al mattino si riparte di slancio nell'erba alta, si vede qualche cavallo. Si incontrano dei contadini che non parlano. ... Si riprende la strada attraverso i campi e inesplicabilmente, alla biforcazione di un sentiero, si vede apparire il volto della propria madre. Si arriva a un campo arato, si rientra nel bosco, si vedono degli absidi di pietra, si cammina lungo i fiumi e poi lungo la costa. Si va avanti sulla sabbia, si sente la risacca e si arriva ai confini del paese. Allora si torna a casa, liberi dall'insetto che ci pungeva il cuore, mondati da ogni pena, di nuovo in piedi.
Dovremmo sempre rispondere all'invito delle carte, credere alle loro promesse, traversare il paese e sostare qualche minuto, al confine del territorio per chiudere i capitoli infausti." Sylvain Tesson, "Sentieri neri".