nicola morandini

New exhibition: Moon Landing

date » 11-01-2020 17:44

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tags » Moon Landing, 00A Gallery, Exhibition,

24.01/06.03.2020
00A Gallery - Via delle Corse 67 (Passaggio Ortner) - Merano

Il terzo progetto espositivo della rinnovata galleria meranese 00A Gallery, vedrà protagoniste dal 24 gennaio al 6 marzo, le opere del fotografo Nicola Morandini. L’inaugurazione della mostra “Moon Landing” si terrà venerdi 24 Gennaio alle 19.00.
L’esposizione, a cura di Marco Cillis, presenta una serie di fotografie realizzate sull’isola di Pantelleria, la più grande tra le isole circumsiciliane, non lontana dalle coste della Tunisia. La mostra di Nicola Morandini rimane aperta fino al 6 Marzo 2020, dal sabato (ore 15-19) alla domenica (ore 10-12). Giovedì 30 Gennaio alle ore 20.00 l’artista sarà a disposizione del pubblico e introdurrà personalmente la mostra. Entrata gratuita.

La ricerca che Nicola Morandini presenta sotto il titolo di Moon Landing è l’esito di un’esplorazione- come spesso avviene nel suo lavoro- attraverso l’alfabeto di un luogo, l’Isola di Pantelleria. I suoi scatti sono misurati sintagmi di un fraseggio più ampio che ci permettono di decifrare un territorio, ricostruendone i confini, i caratteri identitari, le texture dei materiali da costruzione, in un’operazione che va oltre la narrazione, che dà spazio all’osservatore di costruire percorsi interpretativi che pescano nel vissuto di ognuno.
Pantelleria è un testo complesso, lontano dal comune immaginario che fa dell’isola in mezzo al mare un locus amoenus a cui ambire. È un’isola aspra se la si guarda con gli occhi del turista: niente spiagge, un maestrale battente spesso fastidioso, pochi comfort. È altresì un luogo sorprendente se lo si guarda con l’occhio curioso di chi vuole comprendere le ragioni profonde di un paesaggio rurale che ha il carattere di un ricamo fatto di muri a secco, di nuclei abitati di aggregati bianchi che si adagiano su una topografia spesso tormentata, di una vegetazione lussureggiante che spiazza le logiche della latitudine.
L’allunaggio descritto in queste immagini lavora su una doppia scala: quella dell’orizzonte, restituendo brani di cielo che raccontano profili lontani, nuvole in viaggio, fasci di luce che determinano un bianco e nero netto, e quella della prossimità, del dettaglio, nella capacità di far sembrare altro l’estradosso delle cupole dei dammusi- le tipiche abitazioni pantesche- così che la superficie rivestita di calce diventi la pelle di un pianeta arcano, su cui strane creature posano la propria ombra.
Fedele ai suoi codici, il fotografo ci regala anche poetici corti circuiti, piccole antinomie che colgono il fortuito dialogo tra elementi tra loro distanti- una cisterna abbandonata, un cane in attesa- in un’operazione che trascende la (ricerca) estetica dei luoghi e si apre al racconto
”.

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Guido Guidi - Per strada

date » 25-11-2018 11:43

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tags » Guido Guidi, Per strada, librio fotografico, Mackbooks,

Era...per strada! Ma ora è arrivato, l'ultimo libro fotografico di Guido Guidi. Per tutta la sua carriera Guidi (1941) è stato sempre attratto da ciò che è lontano dai centri storici, dai panorami da cartolina. La sua è una ricerca sul paesaggio che prende vita nelle periferie e nelle campagne, tra i segni lasciati dalle persone, dal lavoro agricolo, dalle fabbriche e dalle attività commerciali. Guidi è interessato a un paesaggio immerso nella quotidianità, unico luogo in grado di spingerci a mettere da parte stereotipi e preconcetti e superare i nostri limiti. “A un certo punto mi sento spinto a uscire dalla mia stanza, come succede al protagonista di Falso movimento, che rompe la finestra ed esce di casa” racconta il fotografo, e aggiunge “Io esco e cosa trovo? Una casa, un portone, una donna che passa o che mi chiede qualcosa”.

Il viaggio di Guidi lungo la via Emilia è raccontato nel libro Per strada, pubblicato a novembre da Mack, e suddiviso in tre volumi. Alcuni di questi scatti sono già apparsi in Due fotografi per il teatro Bonci, libro del 1983 realizzato con il collega Luigi Ghirri e nella storica mostra Esplorazioni sulla via Emilia del 1986, curata sempre da Ghirri.

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Confini di Christian Martinelli

date » 20-02-2018 22:53

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tags » Confini, Christian Martinelli, The Cube,

Confini” appartiene al ciclo di opere 00A, una serie di progetti decennali in cui l’artista utilizza la fotografia come mezzo, fine, o testimone di tematiche a lui care.
“La lunga striscia di sabbia” che Pier Paolo Pasolini realizzò nel 1959 ritraendo l’Italia da Ventimiglia a Trieste è una fonte di ispirazione del viaggio solitario lungo sei mesi che Martinelli ha intrapreso. Nell’arco di cinque anni ha percorso circa 20.000 chilometri, restituendo l’intero periplo dell’ Italia attraverso 70 immagini monotipo.
Le immagini sono realizzate con il “cubo”, un oggetto che è sia macchina fotografica progettata dell’ artista, sia opera installativa, che cattura e al contempo riflette il paesaggio.
“Confini” nasce dalla necessità che l’artista ha di confrontarsi con il tema dell’appartenenza a un territorio; come l’animale segna il “suo” spazio, delimitando il proprio confine così l’essere umano disegna linee su mappe geografiche. L’atto simbolico di posizionare il “cubo” all’interno del paesaggio al confine diventa per l’artista la modalità per tracciare il suo passaggio. Martinelli non concepisce il confine come “fine”, semmai come “inizio” e lo rappresenta con immagini, in cui le sue linee si amalgamano
Attraverso i lunghi tempi di esposizione la linea dell’ orizzonte si perde creando un continuum tra i tratti della morfologia del paesaggio reale. Rispetto a Pasolini, Martinelli sposta l’attenzione dal contesto antropologico a quello naturale dei “confini”. Non è dunque una rappresentazione documentaristica dei luoghi, bensì una riflessione, una ricerca intima della poetica del paesaggio. L’artista restituisce immagini dalle innumerevoli sfumature cromatiche, ascrivibili più a un dipinto che a una immagine fotografica. Come le marine astratte di Willelm Turner anche le immagini realizzate dall’ artista sono opere uniche e irripetibili.

Christian Martinelli

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Corti_circuiti sul Giornale di Brescia

date » 09-02-2018 08:39

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"Prendi un chilometro quadrato: puoi stare certo che lì, ovunque tu sia, troverai qualcosa di esteticamente accattivante. E potrai scattare. Questo è ciò di cui è convinto Nicola Morandini, fotografo bresciano residente a Merano che fino al 28 febbraio, espone le sue opere allo studio d'architettura Dodici (via Quarto dei Mille 7, in città). "Soltanto un chilometro" esplora, come da titolo, le possibilità di scatto in una piccola porzione di territorio. Nei suoi lavori, tutti eseguiti in Romagna, le forme geometriche (l'incrocio, il bivio e la biforcazione) scaturiscono da elementi del paesaggio, dai colori tenui rinchiusi in cornici di dimensione ridotta (25x25). Piccoli anche i lavori in analogico della seconda serie, "Guardrail", una riflessione sull'elemento stradale che diviene astrazione. Dopo una prima immagine esplicativa, il freddo guardrail diventa irriconoscibile ed evocativo, e rimanda a qualcos'altro di decisamente più sentimentale rispetto all'impersonale pezzo di ferro sul ciglio della strada. Nella terza selezione due grandi scatti della serie "Merano mon amour", lavoro commissionato dall'omonima città a tre fotografi residenti ma non autoctoni. Uno sguardo laterale sui luoghi in cui si vive, che Morandini ha interpretato mutando il significato di ciò che vedeva. Le cassette di mele impilate diventano una parete da scalare, mentre la curatissima pensilina dell'autobus si trasforma in una accogliente sauna. La mostra è visibile su prenotazione allo 030.8373702 in orario di apertura dello studio (info www.dodiciarchitettura.it)."
Sara Polotti - Giornale di Brescia di Venerdi 09.02.2018

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corti_circuiti

date » 30-11-2017 22:10

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tags » dodiciarchitettura,

Venerdì 15 dicembre dalle ore 18:30 alle ore 21:30
DODiCI Architettura
Via Quarto dei Mille, 25128 Brescia
L’approfondimento artistico che quest’anno lo Studio DODiCI propone all’interno dei propri spazi riguarda il paesaggio, materia con la quale il mestiere dell’architettura si cimenta ogni qual volta il progetto richieda una relazione con l’intorno. Lavorare sul paesaggio significa rapportarsi con diverse scale, esercitando quello che Simmel definiva il “sentimento della distanza” e con una materia che è viva, mutevole e connotata da una forte carica identitaria e culturale. Per illustrare questo percorso, abbiamo pensato con Nicola Morandini di proporre una selezione di tre suoi progetti fotografici: Soltanto un chilometro – 2012, Guardrail – 2012, Sudtirolo Amore Mio – 2015, accomunati dalla dimensione quotidiana del paesaggio, scevra di caratteri di eccezionalità. Corti circuiti, luoghi a portata di mano, terreno di progetto e di riflessione estetica.
La mostra resterà aperta anche nei giorni successivi, fino al 28 gennaio, negli orari di apertura dello studio.

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